Tutto comincia dalle radici. La vera crescita è verso il basso, ma nessuno lo pensa mai. Pensiamo che si cresca verso l’alto. Che idiozia! Invece bisognerebbe scavare sotto i piedi dei figli e vedere lì, nella terra, quanto sono cresciuti. Se no poi, da grandi, cadono. Cadono a faccia in giù, come pali mal piantati nel terreno, senza radici.
P. Mastrocola
Siamo in un periodo di ricerca, scoperte (a volte dell'acqua calda), manuali, corsi e chi più ne ha più ne metta...il mondo dei bambini non è più tanto leggero e sereno come un tempo...
Giornali, programmi tv e libri ci spiegano come sgridarli bene, come convincerli a mangiare, come farli dormire, come farli studiare, come fargli fare cacca e pipì in autonomia, come rassicurarli, come farli giocare nel modo corretto, come farli litigare...e chi più ne ha più ne metta...e tutto questo sapere, questo documentarsi in modo quasi ossessivo, ci fa spesso dimenticare il nostro vecchio e sano istinto di mamma e papà. E non dico che leggere ed informarsi sia sbagliato, anzi!!! Ma sarebbe forse opportuna una maggior capacità selettiva delle nozioni, ovvero prendere ciò che ci sembra valido e che ci serve e integrarlo consapevolmente nella nostra quotidianità.
E allora diventiamo tutti esperti educatori, esperti nutrizionisti, psicologi e pedagogisti, insegnanti e neuropsichiatri pronti a dialogare alla pari se non al di sopra delle maestre e di chi si occupa dei nostri bambini.
Non va bene...non va bene per noi, che dovremmo occupare il nostro tempo (che spesso purtroppo non è neanche tanto) ad amarli in modo incondizionato.
Non va bene per le maestre e i dottori, che si sentono spodestati e privati della componente base del loro lavoro: la fiducia.
Non va bene per i nostri bambini, che si ritrovano mamme e papà che ricoprono ruoli un pò confusionari e si sentono giudicati e amati non per quello che sono ma per come si comportano o per i risultati ottenuti.
Quello che più mi ha colpito, però, è l'aumento esponenziale delle richieste scolastiche...e non parlo di compiti, cartelle pesanti e via dicendo....la mia riflessione è molto più semplice...
Credo, da mamma e da ex bambina, che quello che imparano oggi i nostri bambini sia di gran lunga più complesso e più impegnativo dal punto di vista quantitativo ma anche qualitativo rispetto a qualche anno fa...i bambini alle elementari (ma anche all'asilo) parlano di cose che banalmente io alla loro età non sapevo neanche esistessero...mio figlio a 5 anni disegna porri e iraci...per intenderci...mi sa spiegare per filo e per segno il procedimento di produzione del formaggio...ho come la sensazione che all'asilo ma soprattutto alle elementari non si punti più all'insegnamento di un metodo di studio funzionale ma che ci sia già l'obiettivo di riempire le testoline di contenuti...
ma non voglio criticare questo metodo....non mi permetterei...
quello che mi domando è:
se aumentano le richieste e la difficoltà delle prestazioni, aumenteranno anche le possibilità di fallimento del bambino.
E a questo li abbiamo preparati?
La crescita esponenziale a livello di nozioni e prestazioni, è stata accompagnata da una crescita paritaria della loro sfera emotiva che permetta loro di gestire le immancabili cadute lungo il percorso?
Il mio pensiero non è una critica alla scuola e alle insegnanti, ma solo uno spunto di riflessione di mamma.
Su come affrontare la cosa dal punto di vista educativo-didattico passo a maestre ed educatrici il testimone, con la massima fiducia.
Ma noi genitori, a casa, quando vediamo nostro figlio in difficoltà, che non crede in sè stesso, che pensa di non farcela, qualcosa possiamo fare.
Possiamo amarlo incondizionatamente, ovvero farlo sentire amato per quello che è, e non per come si comporta o per una nota o un brutto voto.
Perchè è giusto far capire l'errore, ma non credo che sia giusto portare il bambino a pensare che se ottiene un buon voto la mamma mi vuole bene e se ciò non succede la mamma non mi ama.
E i bambini come sappiamo traggono le loro conclusioni più che dalle nostre parole dai nostri comportamenti....quindi non ci saranno mamme che di fronte ad un brutto comportamento diranno "Non ti voglio più bene", ma ci saranno mamme (e spesso ci cado pure io) che alla notizia del cattivo comportamento negano irritate (e magari senza farci caso), quell'abbraccio che ogni giorno è abitudine per il bambino ricevere all'uscita da scuola.
Per noi è un dettaglio, per il bambino è un chiaro e semplice modo per concludere che un suo cattivo comportamento implica la privazione dell'amore della mamma.
Ma non dimentichiamoci che anche loro sono messi alla prova...come ho detto prima, a parer mio, la crescita di richieste provoca un aumento della possibilità di fallimento e una mancanza di competenza emotiva nel bambino che lo aiuti ad affrontare la situazione.
Quindi il nostro ruolo di genitori si complica...perchè in questo preciso periodo storico dobbiamo farci davvero coraggio e sostenerli cercando di capire quando c'è stato un errore da spiegare e punire e quando invece la loro è una semplice richiesta di aiuto per affrontare emotivamente una situazione per la quale non hanno ancora gli strumenti adatti.
Tra i Fiori di Bach penso che sia Larch il protagonista che riguardo a questo tema debba accompagnare il bambino.
Il Fiore dell'autostima, il Fiore che aiuta a credere in se stessi, che ti dà sicurezza e fiducia.
Ci sono altri Fiori che possono sostenere il bambino nel suo percorso scolastico: Chestnut Bud per l'apprendimento, Clematis per la concentrazione, Wild Rose per l'apatia, Agrimony Impatiens e Mimulus per l'ansia e la paura, Gentian per il pessimismo, ma è la sfera di Larch che dobbiamo coltivare, è l'autostima che non dobbiamo far precipitare in un bambino,
Perchè è dall'idea che ha di se stesso che dipende non la sua carriera scolastica, ma la sua stessa vita.
Questi sono i suoi primi conflitti, le sue prime delusioni, i suoi primi fallimenti, e se già all'inizio minano alla sua autostima sarà difficile poi andare avanti serenamente....
perchè trovo inconcepibile che un bambino alle elementari abbia già l'ansia di andare a scuola, e non è una situazione così infrequente.
Non lasciamo che fatichi a credere in se stesso,
sono ancora piccini, devono avere la voglia e il sacrosanto entusiasmo di provare e di farcela, ma anche di non farcela, certi che mamma e papà li ameranno allo stesso modo, e che la prossima volta andrà meglio.
Le informazioni proposte in questo articolo non sono consulto medico e non sostituiscono in nessun caso il parere di un medico competente. Servono solo a darvi delle indicazioni, da un punto di vista floriterapico, per mantenere o ritrovare uno stato di benessere psicofisico. In caso di patologie di qualsiasi natura è bene consultare sempre prima il proprio medico.
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